25 novembre 2023

Panchina rossa

Gli occhi di Rosanna erano piccoli e trasparenti, d’un azzurro d’aria, d’una limpida serenità; la sua voce aveva la serenità e la trasparenza de’ suoi occhi.

Il Ticino, rapido, azzurro e violento, mangiava e rimangiava le rive frananti di color d’ocra. Silenzio selvaggio: solitudine d’acque: solitudine di foreste. Ma ella non temeva di nulla. Era di quella terra, ne conosceva ogni albero, ogni macchia. Che avrebbe potuto accaderle?...

In un nebbioso crepuscolo di novembre, la signora maästra tornava, sola, dalla Cascina Rossa. — Cric-cric — facevano sotto i suoi piedi le foglie morte. Pensava: Il bosco è un letto di foglie morte.... D’un balzo, qualcuno le fu sopra.

Non aveva avuto il tempo di scorger l’uomo sbucar da una macchia; e già boccheggiava nella sua morsa. Urlare non poteva. Si dibattè, gorgogliò qualche mozza parola disperala, cacciò le unghie nel collo dell’assalitore, cieca, demente. Fu la lotta originaria — senza pietà nel forte, senza speranza pel debole — che forse, nei tempi dei tempi, quelle selvagge foreste avevan vista combattere fra il maschio avvolto di pelli caprine e la femmina solo coperta dal manto de’ suoi capelli. Tale si rivelò l’amore alla maestra di prima elementare, che aveva l’anima candida d’un bimbo appena nato, e gli occhi ascetici delle madonne di Giotto.

Non era più lei.

Sul corpo e sull’anima qualcuno le aveva gettata una veste infame. 

Ridotta al puro scheletro, tutta denti e capelli, scarnita al punto che il corpo non riusciva a sollevare il lenzuolo, non potè più alzarsi dal letto

Mai funerale fu più bianco; ma sulla neve di gennaio, dura, gelala, scintillante di piccoli cristalli, la coltre virginea gettata sulla bara e i veli delle figlie di Maria mettevan macchie stranamente torbide. 

Per qualche tempo, nelle case rustiche, nelle stalle pettegole e fumose, fu un parlottare, un incrociarsi di domande e di supposizioni, un bisbigliar misterioso ed inquieto sulla morte di colei che per tant’anni era vissuta così felice. Vi fu pure chi pregò per lei, semplicemente. Ma presto sopravvennero i primi lavori nei campi e nelle vigne; e quando primavera fece per incanto brillare come smeraldi le folte erbe fra le croci, Rosanna era già dimenticata.

Da Ada Negri, Anima bianca

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